Archivio 07/08/2006 Tariffe e qualità

Sono favorevole alla liberalizzazione delle tariffe.In una società come la nostra, caratterizzata dalla, teorica, più assoluta libertà, privilegi di categoria da una parte, limitazioni e obblighi diversi da quelli etici e morali dall’altra, sono qualcosa di assolutamente inconcepibile.Chiunque acquisti un telefono, un’ auto, un’assicurazione, una casa, una visita medica specialistica, un etto di prosciutto, un pacchetto di azioni, un biglietto aereo, un conto bancario, si preoccupa prima della qualità di ciò che acquista, poi del suo prezzo (non sempre seguendo quest’ ordine, purtroppo) per confrontarlo con altri, non sapendo che qualche volta, troppe, questo confronto è praticamente immaginario.Accordi preventivi fra le aziende (i così detti “cartelli”) più o meno nascosti, tariffe preordinate, monopoli occulti, limitano in modo incredibile la nostra capacità di scegliere, di riparmiare, di aumentare le nostre possibilità, di vivere meglio, spesso in nome di una migliore qualità del servizio o del prodotto che però è tutta da verificare.

Per tornare al mio etto di prosciutto infatti, forse il fatto che ne esita in vendita uno ad un prezzo bassissimo ma di qualità ugualmente bassa, impedisce che se ne possa acquistare uno stagionato alla perfezione, salato al punto giusto, tagliato in modo impeccabile, ovviamente ad un prezzo più alto?

Le scarpe cinesi da 10€ impediscono l’esistenza di Ferragamo? Ma tutti noi architetti siamo contenti di poter scegliere fra le infinite vie di mezzo, qualitative e di prezzo, che ci sono fra le scarpe di plastica e quelle di qualità sopraffina. Perchè non deve essere così per i nostri clienti?

Forse che fino ad adesso, con le tariffe minime in vigore, a chi si rivolgeva ad un architetto, era assicurata la qualità del sevizio, solo perchè, appunto, pagato a tariffa fissa?

Siamo seri, la qualità si costruisce nella scuola, nell’università, nell’ aggiornamento continuo, nella formazione delle coscienze.

Non nel mantenimento di regole che appaiono anacronistiche e dannose e che finiscono sempre per colpire i meno abbienti, con il risultato che per la pratica corrente la qualità minore a prezzi minori veniva spesso ricercata in professionisti apprezzabilissimi ma, per definizione e studi svolti, meno o diversamente preparati.

Grandi ditte e ricchi privati infatti, continueranno a chiamare professionisti affermati che si possono permettere di non guardare alle tariffe minime, mentre piccole aziende o privati con pochi mezzi, potranno forse ricorrere ad un professionista laureato e ben preparato a prezzi accettabili.

Un professionista che, fra l’altro, sarà libero di far conoscere il proprio lavoro, valutandolo e facendoselo pagare per quanto gli sembra giusto e gli riesce, in maniera più chiara e trasparente di prima.

Diverso il discorso riguardante i Lavori Pubblici, per i quali abbiamo firmato l’ appello del Consiglio Nazionale.

E’ infatti impensabile una progettazione valutata al massimo ribasso perchè in questo caso la scelta avrebbe basi esclusivamente economiche che davvero metterebbero a repentaglio la qualità dei Lavori Pubblici, cioè di quelli più importanti per la collettività.

Se davvero sta prendendo campo la coscienza che anche l’affidamento dei lavori non si può basare sul concetto del massimo risparmio, con gravi ripercussioni per la sicurezza e la qualità, a maggior ragione questo deve valere per l’attività che sta alla base di queste opere, cioè la progettazione, a qualsiasi livello la si svolga.

Alessandro Pretini e Francesca Nuti